#A MERANO MANCANO ALLOGGI PER CETO MEDIO e BASSI REDDITI. Interviene il Segretario di Circolo Giuseppe Panusa:
„Un esponente politico di destra ha scritto qualche giorno fa che mentre la Giunta comunale di Merano si preoccupa di trasformare terreni produttivi in terreni edificabili allo scopo di costruire case di cui c’è tanto bisogno, la sinistra non fa altro che opporsi a queste “lodevoli” iniziative. Credo sia necessario quindi spiegare che il Partito Democratico e gli altri partiti di Centrosinistra non si oppongono tout court alla costruzione di nuove abitazioni, e che si oppongono, invece, al fatto che la Giunta attuale è concentrata solo sulle modifiche urbanistiche che aprono la strada alla costruzione di abitazioni destinate ad essere vendute a prezzi inaccessibili per la gente normale che gode di redditi da lavoro normali.
🎯Quello che vorremmo è che, insieme alle abitazioni per turisti o ricchi investitori, l’Amministrazione pubblica pensasse un po’ di più di più alle famiglie a basso reddito ed ai lavoratori del ceto medio che necessitano di case a prezzi accessibili, possibilmente in affitto. E gli strumenti per fare questo ci sarebbero.
📌Intanto si potrebbe aumentare la disponibilità di terreni per l’IPES. A Merano mancano, allo stato attuale, come esigenza minima, 112 appartamenti per le famiglie a basso reddito. l’IPES, attingendo a finanziamenti privati, potrebbe avere un ruolo fondamentale anche nell’offerta al ceto medio di locazioni a canoni sostenibili, compatibili con tempi ragionevoli di ritorno dell’investimento.
📌Si potrebbe fare ricorso, senza ulteriore indugio, agli accordi urbanistici introdotti attraverso l’istituto delle “abitazioni a prezzo calmierato”, art. 40 del disegno di legge provinciale 135/23, da stipularsi con Imprenditori edili, al fine di costruire alloggi a prezzo calmierato da destinare alla vendita ed anche all’affitto.
📌Si potrebbero gestire più efficacemente le case di proprietà comunale (al momento sono 272) date in affitto sociale, riducendo la quantità di quelle non utilizzate per motivi di manutenzione o perché in attesa da tempo di ristrutturazione, aumentandone possibilmente il numero utilizzando a tale scopo edifici pubblici inutilizzati.
📌Si potrebbero adottare meccanismi in grado di sostenere attori non pubblici, senza scopo di lucro, cioè specifiche imprese che costruiscono alloggi per l’edilizia agevolata, le quali, a fronte della concessione di terreni edificabili e detassazione delle abitazioni, rinunciano a maggiori introiti, usufruendo di ricavi costanti ma limitati da un tetto massimo di percentuale di profitto.
📌Per aumentare la disponibilità sul mercato di case in affitto, si potrebbero utilizzare meccanismi pubblico-privati già sperimentati con successo in altre città. Per esempio, si potrebbe creare un ente pubblico-privato che si rivolge a proprietari e inquilini. Seleziona l’inquilino e fa un contratto con il proprietario al quale garantisce fino a 18 mesi di mensilità in caso di morosità incolpevole e gli offre un bonus al momento della sottoscrizione (contributo a fondo perduto), a fronte della applicazione di un canone di locazione concordato. Il proprietario potrebbe fruire anche di una riduzione di IMI, Tasi e cedolare secca. L’inquilino, a sua volta, usufruirebbe della detrazione Irpef sui canoni di locazione e, volendo, potrebbe accedere anche ad un micro credito per affrontare le spese di locazione.
📌In generale, per reperire i terreni necessari il Comune potrebbe ricorrere in modo più sistematico al meccanismo di compensazione del plus valore di pianificazione attraverso l’acquisizione da parte del Comune del 60% del terreno trasformato in zona mista, ovvero potrebbe fare ricorso in modo pianificato e sistematico alle aree in disuso.“
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