Pamer-Modell birgt Fallstricke für Frauen
L’assessora provinciale Pamer propone per Alto Adige il modello assistenziale austriaco, in base al quale i familiari che all’interno del nucleo famigliare assistono i parenti possono essere assunti ricevendo uno stipendio.
Noi Democratiche dell’Alto Adige esprimiamo dubbi sulla validità di questo modello, che non ci sembra né innovativo né proiettato nel futuro, anzi sembra un passo indietro, adatto ad una visione e una suddivisione dei compiti famigliari da superare.
Landesrätin Pamer schlägt das österreichische Wohlfahrtsmodell für Südtirol vor. Demnach sollen Familienmitglieder, die Angehörige zu Hause pflegen, ein Gehalt dafür erhalten.
“Wir, die Südtiroler Demokratinnen, äußern Zweifel an diesem Modell, das uns weder innovativ noch zukunftsweisend erscheint. Im Gegenteil, es scheint ein Rückschritt zu sein, passend zur althergebrachten Aufteilung der Familienaufgaben. Die gilt es zu überwinden,” so Gabriella Kustatscher, Sprecherin der “Donne Democratiche Alto Adige”.
È evidente che esista un problema reale e spesso drammatico: la gestione in una famiglia di un componente non autosufficiente. Tutte le proposte di sostegno alle famiglie sono utili, ma non prive di trappole per le donne stesse. Che insidia ci può essere in questa proposta? Che la pressione sociale e culturale obblighi le donne a stare a casa ad assistere i propri cari rinunciando al proprio lavoro, spesso meno remunerativo di quello del marito e quindi più facilmente sacrificabile. Seguendo questa strada sarà sempre più difficile un cambio di mentalità. Alla fine si pensa sempre che siano le donne a sopperire alla mancanza di welfare.
Il modello inoltre, presenta dubbi da chiarire: chi si occuperà dell’anziano nel caso in cui non abbia una famiglia di supporto? Come si integrerà l’attuale assegno di cura? E nel caso in cui chi assite ha una pensione? Domande aperte.
Per noi Democratiche la direzione deve essere un’altra: investire in strutture socio assistenziali che coprano tutto il corso della vita, analizzare ulteriori modelli più vicini alle realtà urbane, aumentare i servizi, dare ampia scelta alle famiglie, potenziare le RSA, creare soluzioni “di mezzo” come appartamenti protetti, reperire personale formato. Sappiamo che quest’ultimo è un grande problema, ma non si può accettare che pagare i famigliari sia l’unica soluzione possibile.
Gabriella Kustatscher portavoce delle donne democratiche
Ein pflegebedürftiges Familienmitglied daheim zu betreuen ist eine immense Herausforderung. Jede Unterstützung der öffentlichen Hand ist willkommen, aber nicht ohne Fallstricke für die Frauen selbst. Denn in den meisten Fällen bleibt diese Aufgabe bei ihnen hängen. Der soziale und kulturelle Druck zwingt sie dazu, die eigene bezahlte Arbeit aufzugeben. Frauen verdienen meist weniger als die Männer, daher sind es die Frauen, die dann ihre bezahlte Arbeit aufgeben müssen. Das Pamer-Modell scheint unausgegoren, so sollen wieder mal die Frauen den Mangel an öffentlicher Wohlfahrt ausgleichen. Denn: Wer kümmert sich etwa um die Älteren, die keine unterstützende Familie haben? Wie soll das derzeitige Pflegegeld aufgestockt werden? Ist diese Arbeit in der Familie rentenrelevant? Offene Fragen.
Für uns Südtiroler Demokratinnen vorrangig: Investitionen in Sozialeinrichtungen, Analyse von weiteren Modellen aus urbanen Milieus, Aufwertung und flächendeckender Ausbau der Bürgerheime und von “betreutem Wohnen”, attraktive Angebote für professionell ausgebildete Pflegefachkräfte schaffen. “Gerade letzteres ist die größte Herausforderung. Aber die Pflegeproblematik kann nicht zulasten der Frauen ausgetragen werden,” so Kustatscher.
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